Ultrà napoletani sequestrano un treno, è caos

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  1. Mattyforever
     
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    Passeggeri costretti a scendere, danni per migliaia di euro. Verso il divieto delle trasferte per i tifosi del Napoli. Tafferugli anche a Torino



    ROMA. Quelli dell’Onda Verde sono mesi che lo dicono: quella del 31 agosto non è una “partenza intelligente”, c’è il bollino rosso. Non solo sulle autostrade. Era una domenica da bollino rosso, dunque, drammaticamente per i viaggiatori che tornavano a casa dopo le vacanze, è divenuta poi una domenica da bollino azzurro. La violenza e l’inaffidabilità di oltre duemila ultrà del Napoli cui era stato consentito di viaggiare verso Roma, l’odiata Roma, per la prima di campionato ha trasformato la domenica dei rientri nelle stazioni di Napoli e Termini in una discesa all’inferno. Ritardi, minacce, paura, tafferugli perché si sono voluti prendere l’Intercity Plus 520 delle 9.34, già carico di gente di rientro verso il Nord, quelli dell’orda napoletana, quelli che l’Osservatorio per tutto un anno ha definito gruppi «pericolosi e poco affidabili», quelli cui ha vietato oltre la metà delle trasferte dello scorso campionato. La speranza di superare l’ostacolo altissimo del primo turno choc da parte del Viminale, di Maroni
    e del capo della Polizia, Manganelli, del nuovo Comitato di analisi e del nuovo Osservatorio naufraga nel rimpianto. I bollini rossi, ora, se li metteranno tra loro nel doppio vertice convocato per domani. Il ministro dell’Interno, Maroni, che chiede un «rapporto dettagliato» al questore di Napoli, Antonio Puglisi, sui fatti di ieri. E dovrà dargli conto di ore di trattative fallite coi capi ultrà per evitare l’assalto ad un treno passeggeri. Una domenica nella quale, invece, l’altra sfida accesa tra Fiorentina e Juve era sfilata senza problemi (le mancate reazioni romaniste sono state sottolineate dal Viminale). La decisione di riaprire, di dare fiducia poteva avere un senso ovunque, ma non per Roma-Napoli evidentemente, non per 2500 napoletani così. «Una strategia straordinaria come quella dell’emergenza rifiuti», dicono al Viminale, è l’unica cosa che viene in mente dopo le devastazioni di ieri, per fortuna contenute quasi solo al danneggiamento delle scenografie del teatro degli scontri (smentito l’unico accoltellamento: un ultrà s’è ferito da sé per scavalcare senza biglietto). L’onorevole
    Grillo chiede «nuovi divieti al ministro Maroni». Li otterrà: al gioco dell’oca della violenza si torna dal via.

    CAMPIONATO VIETATO Era cominciata malissimo, la giornata dello storico ritorno dei napoletani all’Olimpico (i poliziotti pretendono il divieto di trasferta sine die per gli ultrà del
    Ciuccio). Circa 1500 tifosi dei gruppi più violenti s’erano dati convegno alla stazione centrale, a nulla erano serviti gli appelli di Trenitalia, che ieri lamentava danni per oltre 500 mila euro, per evitare il viaggio su rotaia per la concomitanza del controesodo. «Un gruppo di facinorosi - spiegavano i poliziotti - approfittando del malore di un tifoso, ha rotto il cordone e s’è riversato nel treno senza biglietto». A Roma, dopo le due ore di ritardo in partenza, s’è arrivati con altro ritardo per il ripetuto azionamento del freno d’emergenza. Contusi quattro ferrovieri, evitato il peggio perché l’ordine prefettizio è stato di partire. Alla stazione Termini, i tifosi azzurri, al loro arrivo, hanno lanciato petardi e fumogeni. Stessa scena durante la sosta in attesa del ritorno. Allo stadio Olimpico, incappucciati, hanno sfondato cancelli, fatto girare tornelli come fossero impazziti e fatto esplodere ancora petardi. Cinque, in tutto, gli arrestati, a vario titolo e di diverse tifoserie. In molti consigliavano alla gente degli undici vagoni distrutti di «trovare altre soluzioni» per tornare a casa. Hanno sbattuto fuori dal treno 300 persone, genitori che dovevano raggiungere i figli in ospedale a Genova, o Torino, famiglie varie.

    A ROMA L’arrivo all’Olimpico coincide con l’intervallo: entrano e si godono il gol di Hamsik.

    Gli steward a fatica, ma contengono l’esuberanza. E - nota positiva della giornata - non si deve assistere all’ingresso in curva di forze dell’ordine. Che sono fuori a battagliare e arrestare. Qualche fermo e arrestati con coltelli, mazze, petardi: napoletani, romanisti (e laziali come alleati). Pizzicato anche un ultrà che stava liberandosi di un martello da 800 grammi. Poi la gara che scorre senza problemi, anche se il divieto di introdurre ed esporre striscioni evidentemente era stato sospeso ieri all’Olimpico: insulti e minacce scritte sono comparse per tutta la gara nella Sud romanista e nel settore degli azzurri.

    DE LAURENTIIS IN FUORIGIOCO Ne sapeva poco, non aveva visto le immagini delle telecamere, ha voluto comunque dire la sua il presidente
    De Laurentiis che in sostenitori come quelli rivisti in azione avrà sempre l’avversario più temibile. «Ho visto arrivare tardi i nostri tifosi, pensavo fosse la solita mossa per limitare le occasioni di scontro: faceva un gran caldo e far ritardare di tre ore un viaggio... Ci sono feriti? Mi dispiace, ma il Viminale ha fatto benissimo a riaprire le trasferte».

    TAFFERUGLI A TORINO Qualche incidente anche all’Olimpico di Torino: nove tifosi leccesi sono stati denunciati per lancio di petardi, possesso di armi improprie e droga, dopo il lancio di sassi da parte di supporter granata.



    Alla sbarra la Napoli ultrà

    Non solo trasferte vietate: anche il San Paolo rischia. Abete: «Fiducia mal riposta»



    ALVARO MORETTI
    ROMA. Tutti contro i vandali, ma anche tutti contro tutti. E’ il day after di Roma-Napoli, che introduce ai giorni del manganello con la riunione che il ministro Maroni e il capo della polizia, Manganelli,
    hanno convocato per oggi pomeriggio per Osservatorio e Comitato di analisi. Divieto di trasferta assoluto per i tifosi napoletani, per evitare che altre bestialità come quelle viste domenica si possano ripetere con il via libera delle istituzioni. Ma non sarà solo quello: pagherà con una squalifica anche il San Paolo, lontanissimo teatro della domenica di terrore fatta vivere a passeggeri ignari in viaggio per il controesodo, ma anche a tutori delle forze dell’Ordine e steward allo stadio Olimpico.
    SAN PAOLO A RISCHIO Il giudice sportivo per i fatti avvenuti sulle rotaie della RomaNapoli, a Termini o sugli autobus (altri 60 mila euro di danni) può nulla, ma lunedì prossimo leggerà con attenzione la relazione della Procura federale, integrata dal rapporto della Questura romana (dove vicario è l’ex arbitro, Marcello Cardona):
    ebbene gli incaricati di
    Palazzi (oggi rappresenterà la Figc all’Osservatorio) hanno visto bene all’entrata degli esagitati all’Olimpico i tafferugli, il ferimento di carabinieri durante cariche d’alleggerimento e lo svenimento per shock acustico di uno steward a causa di una delle bombe carta lanciate prima di entrare dentro lo stadio dagli esagitati napoletani.
    Che all’interno, poi, non ne hanno combinate altre, dopo una mezza guerriglia notturna a Termini. Ce n’è abbastanza per pensare a un NapoliFiorentina in campo neutro e a porte chiuse. Al Viminale se l’aspettano.

    LA STRETTA Parlavamo di una stretta: oggi l’Osservatorio e il Casms, oltre al questore di Napoli (messo al centro delle accuse per le modalità di partenza di questa delicatissima trasferta), dovranno spiegare. Al Viminale ci sono anime diverse.
    La politica s’è messa di mezzo: Mantovano, sottosegretario prova a dettare la linea. «Vietare le trasferte. La fiducia accordata era mal riposta. Treni speciali? Mai più». Ma si prova ad evitare che la stretta coinvolga tutte le tifoserie, visti i buoni segnali (leccesi a parte) giunti da fiorentini, juventini e anche romanisti (nessun accoltellamento, stavolta) I napoletani, diceva ieri anche Abete, «hanno respinto al mittente la chance». «Raddrizzare una stagione nata male», dicono ora. Ma i problemi li avranno tra di loro, i tutori dell’ordine perché sul tema c’è diversità di vedute (eufemismo). I tifosi organizzati del Napoli ora si lamentano: «Non dovevano autorizzarla, questa trasferta era una trappola».

    CONTRATTACCO Nell’Osservatorio siede pure Trenitalia, che i tifosi napoletani (e qualcuno tra le forze dell’ordine) indicano come corresponsabile: prima il sì, per il treno delle 9.24, poi il no; quindi l’arroganza di salire tutti assieme su un treno che poteva accogliere 900 tifosi, non 1500. «Avevamo scelto il treno perché in auto i rischi aumentavano. Ma Trenitalia non ci voleva a bordo e non s’è organizzata: non potevano mettere 3000 tifosi su un treno pieno: quasi tutti avevano biglietto della gara e del treno», scrivono gli ultrà. E il questore napoletano, nel suo rapporto al ministro Maroni, parla di «scarsa disponibilità di posti a sedere, solo 200 ultrà erano senza ticket. E il treno è partito perché non c’era violenza a Napoli ». Ma Bassolino sottolinea che «parlano di partenza senza violenze e poi arrivo con mazze ferrate a Termini» e la Iervolino
    di «sottovalutazione». Il dibattito interno è stato sul perché non si sia fermata, identificata, magari arrestata la moltitudine violenta poi traghettata all’Olimpico. Oltre la stretta, si dovrebbe dare pure questa spiegazione. A proposito, mentre Arbore, Bruscolotti
    e mezzo mondo temeva un nuovo contraccolpo di immagine per Napoli, sono stati scarcerati i 5 arrestati domenica.



    E De Laurentiis ora chiede scusa
    ROMA. Ce n’era bisogno e dopo lunghe ore di equivoci sono arrivate le parole del presidente del Napoli, De Laurentiis: a caldo all’Olimpico aveva deragliato dialetticamente, quasi giustificando il pandemonio di domenica col ritardato arrivo allo stadio. Poi ha visto, letto, ascoltato, capito e infine detto: «Sono così addolorato per gli incidenti verificatisi domenica, che non riesco a trovare le parole per rappresentare tutto quello che provo - scrive -. Naturalmente le mie dichiarazioni nel post partita sono state rilasciate quando ero ancora all’oscuro della gravità dell’accaduto».
    REJA CORAGGIOSO Durissimo è Edy Reja a Radio Radio: «Sono mortificato per quanto accaduto e anche il buon risultato di Roma non ha il sapore che dovrebbe avere. Sono delinquenti che sfruttano il calcio per manifestare le proprie negatività. C’è stato del buonismo: hanno aperto lo stadio e dato fiducia a queste frange che rovinano l’immagine del calcio. Non vale la pena nominare questi personaggi ». Ora a pagare le conseguenze sarà anche il suo Napoli.


    tuttosport

    Caos Napoli, mano pesante

    MARONI: «Trasferte vietate per tutto l’anno, accusa di associazione a delinquere»
    «Quelli sono veri criminali organizzati.
    Il magistrato che li ha scarcerati ha commesso un grave errore». La Giustizia sportiva deciderà la prossima settimana



    ALVARO MORETTI
    ROMA. Il bastone, ieri, l’ha imbracciato il ministro Maroni:
    colpi secchi sulle dita non solo agli ultrà del Napoli, però. Ammette disfunzioni, dispone ispezioni a prefettura e questura di Napoli, rilegge criticamente anche la decisione di dare il via libera alla trasferta dei napoletani e annuncia, in diretta tv, i provvedimenti che saranno ufficialmente assunti oggi (le riunioni dell’Osservatorio e del Comitato di analisi sono aggiornate a stamane: i tg, ieri sera, incalzavano?).

    MARONI DISPONE «Ho inviato una direttiva ai prefetti per l’individuazione di chi ha partecipato domenica a quel
    Mucchio Selvaggio, disporremo il daspo per due anni e l’incriminazione per associazione per delinquere; divieto di trasferta per i tifosi organizzati del Napoli per l’intera stagione; individueremo un elenco di gare a rischio (ma questo elenco esiste da anni, ndr) con provvedimenti fino alla chiusura degli spalti; indubbiamente sono successe cose molto gravi domenica e per questo ho anche disposto l’invio domani (oggi, ndr) di ispettori che verifichino l’ipotesi di errata valutazione fatta da prefettura e questura di Napoli. E la verifica la facciamo anche all’interno del Viminale: l’Osservatorio ha lavorato bene negli ultimi tre anni, anche se la trasferta era stata autorizzata da qui».

    BERLUSCONI & TOSELDi
    chiusura del San Paolo (nonostante il Viminale urli per le continue irregolarità che vi si perpetrano senza sanzioni o vincoli) non vogliono sentir parlare su un colle più alto del Viminale. Per Berlusconi offuscare nuovamente l’immagine di Napoli, dopo la risolta emergenza rifiuti (occhio che molti protagonisti sono gli stessi: il prefetto Pansa, tantissimi degli specialisti in tafferugli abili a trasferirsi da Pianura al San Paolo). A dire il vero, però, a decidere sulla squalifica sarà la prossima settimana (a bocce ferme) il giudice Tosel in base ad un referto federale durissimo: una decina di feriti tra steward e carabinieri all’ingresso all’Olimpico.

    MARONI DIXIT Il ministro
    dell’Interno ha poi trascorso la serata in Rai: «Preferisco il De Laurentiis che ha modificato il tiro - dice, riferendosi alla gaffe del patron domenica pomeriggio -. Era meglio evitare di dire di stare a prescindere con loro. Perché quegli ultrà del Napoli sono veri e propri delinquenti, criminali organizzati applicati al calcio e per questo dovranno rispondere del 416, ovvero del reato di associazione a delinquere». Ce l’ha anche lui coi giudici che hanno scarcerato i cinque fermati di domenica: «Quel magistrato ha commesso un grave errore, ha rimesso in libertà i cinque tifosi arrestati, responsabili dei gravi incidenti prima e dopo la partita Roma-Napoli. Io li avrei lasciati in galera».

    LA SPUNTAA Napoli ecco la difficile spunta dei 1.500 nomi di possessori dei biglietti protagonisti della presa del treno 520 e dei cortei minacciosi alle stazioni di Napoli e Roma. Si incrociano facce a fotogrammi delle telecamere, con relativi interrogatori, dei tifosi schedati (così era stato annunciato dalla Questura) all’atto dell’acquisto del biglietto. La Digos dovrebbe fornire il rapporto entro venerdì al pm Antonio
    Ardituro, che indaga su gruppi ultrà del tifo azzurro e sulle connessioni con la criminalità. Le indagini sono concentrate soprattutto su gruppi attivi nella curva A del San Paolo. L’eventuale contestazione del reato associativo sarebbe collegata alla possibilità di dimostrare che gli incidenti siano stati in qualche modo programmati dai gruppi di tifosi.

    LA DIFESA Si schiera a Radio 24 contro le generalizzazioni che divampano tra sindacati di polizia (che difendono il questore di Napoli, Puglisi, e attaccano chiedendo la chiusura generalizzata delle trasferte)
    Abete: «Evitate le generalizzazioni. E’ sbagliato accollare i danni alle società di calcio. Se si risponde con la chiusura degli stadi, avremo la fuga dei dirigenti che investono e finirebbero sotto schiaffo e dichiareremmo persa la partita coi violenti». Il problema, però, sono le regole e i referti già scritti. Intanto ieri c’è stato il sopralluogo a Udine im vista di Italia-Georgia e la messa a punto del piano sicurezza.


    tuttosport

    De Laurentiis: "Ingiusto
    chiudere il San Paolo"


    Il presidente del Napoli sulle sanzioni contro i partenopei: "Una punizione del genere sarebbe ingiusta nei confronti del club e delle persone oneste. Ma se lo Stato non mi tutela potrei anche stancarmi di questo calcio e andarmene"


    Il sospetto aleggiava nell'aria sin da domenica, ma oggi si è trasformato in una realtà descritta con minuzia di particolari da Aurelio De Laurentiis in persona: "Se lo Stato non mi tutela, potrei anche stancarmi di questo calcio e andarmene".
    NESSUN RICATTO - Duro. Arrabbiato. Reattivo come sempre. Gli incidenti causati dai delinquenti travestiti da tifosi in occasione della trasferta dell'Olimpico, potrebbero anche causare la squalifica del San Paolo già a partire dalla sfida con la Fiorentina in programma domenica 14 settembre. Una possibilità che il presidente azzurro rifiuta con fermezza: "Una punizione del genere sarebbe ingiusta nei confronti del club e delle persone oneste - spiega De Laurentiis nel corso di una lunga conference call -: non accetterò ricatti e intimidazioni da questa piccola frangia che non c'entra nulla con i tifosi del Napoli. I veri tifosi napoletani sono un'altra cosa. Punire gli scalmanati è giusto, ma è anche necessario rispettare le persone perbene e chi investe nel calcio: ecco perché potrei stancarmi e andare via".
    CAMORRA - Chiede tutela, insomma, il presidente: "Mi aspetto che il principio della responsabilità oggettiva non influisca: è assurdo chiudere il San Paolo". Nel frattempo, però, l'Osservatorio ha sospeso la prevendita dei biglietti per la partita con i viola, originariamente programmata dal club azzurro a partire da domani: "Manganelli ha parlato di infiltrazioni camorristiche?". Sì, il capo della Polizia ha spiegato che gli inquirenti non escludono "l'influenza della criminalità organizzata nella gestione dell'episodio di domenica". Parole che suonano come una mannaia: "Se così fosse - continua De Laurentiis - credo che la percentuale non superi lo 0,5%. Un numero di infiltrati minimo, rispetto alla totalità: ripeto, il tifoso napoletano è un'altra cosa".



    Maroni: "Niente trasferte
    per i tifosi del Napoli"


    Dopo gli incidenti di domenica scorsa a Napoli e Roma, il ministro dell'Interno annuncia: "Tolleranza zero per i tifosi violenti: è criminalità organizzata". Maroni manderà gli ispettori a Napoli: "C'è stata un'errata valutazione della situazione da parte della Prefettura". Domani il Casms deciderà sulle gare a rischio


    Conclusa anche la seconda riunione al Viminale del Casms (Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive) e dell'Osservatorio. Alla presenza del ministro Roberto Maroni e del capo della Polizia Antonio Manganelli.
    MINISTRO - Lo stesso Maroni ha comunicato il risultato della riunione al Tg1 delle 20: " Abbiamo assunto alcune valutazioni, domani invierò una direttiva ai prefetti: saranno identificati e puniti i responsabili del mucchio selvaggio di domenica. Non potranno partecipare a manifestazioni sportive per i prossimi due anni e procederemo alle denunce per associazione per delinquere".
    DIVIETI - Ma Maroni annuncia anche la notizia più temuta dai supporter azzurri: "Divieto di trasferta per tutto l'anno per i tifosi organizzati del Napoli calcio". Il ministro dell'interno rincara la dose, definendo gli ultrà che hanno "sequestrato" il treno domenica mattina nella stazione di Napoli "criminalità organizzata". Ha prevalso la fermezza.
    PORTE CHIUSE - Ma la linea dura non si ferma sotto il Vesuvio: "Individueremo un gruppo di partite a rischio" dice Maroni, "e se sarà necessario alcune di queste potranno essere giocate a porte chiuse". Il Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive del Viminale, convocato nuovamente per domani mattina, individuerà tifoserie e gare a rischio per i prossimi appuntamenti di campionato.
    ERRORI - Il ministro leghista torna poi sulle polemiche per la risposta delle forze dell'ordine: "Quello che è successo domenica è grave" dice, "c'è stata anche un'errata valutazione della situazione da parte della Prefettura e della Questura di Napoli, manderò per questo gli ispettori per valutare quello che è successo".
    PROCURA - Inanto la Procura di Napoli sta valutando l'ipotesi di contestare il reato di associazione per delinquere per i tifosi responsabili dei danneggiamenti all'intercity e degli incidenti della trasferta a Roma. Il Pm Antonio Ardituro, già titolare di inchieste sul tifo organizzato della curva A del San Paolo, attende i risultati del rapporto della Digos di Napoli sui fatti di domenica.



    Milan a Genova senza tifosi
    Incognita Napoli-Fiorentina


    Pugno di ferro: la partita di Marassi senza supporter rossoneri; bloccata la vendita dei biglietti per il match del San Paolo in attesa delle decisioni del giudice sportivo. Manganelli: "Questa è criminalità organizzata". La Dda: "Ma non è detto che c'entri la camorra"

    Il Casms del Viminale, il Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive, oltre a confermare il già annunciato blocco delle trasferte dei tifosi del Napoli per l'intero campionato, ha deciso il divieto delle trasferte dei tifosi rossoneri per Genoa-Milan del 14 settembre e anche per Potenza-Gallipoli di domenica 7 settembre (Lega Pro, girone A della prima divisione). Per Italia-Georgia di mercoledì a Udine, nelle qualificazioni ai Mondiali del 2010, stato di "massima allerta". Vibonese-Cosenza del 7 settembre (Lega Pro, girone C della seconda divisione) sarà disputata a porte chiuse. Nessuna decisione su un'altra gara a rischio, Ancona-Ascoli di domenica 7. Su Napoli-Fiorentina del 14 settembre, invece, i provvedimenti restano in sospeso in attesa delle decisioni del giudice sportivo, ma per il momento la vendita dei biglietti è bloccata.
    MANGANELLI - L'analisi del capo della Polizia Antonio Manganelli conferma i sospetti sui fatti legati alla partita Roma-Napoli di domenica scorsa. "Abbiamo ragione di ritenere che ci sia una influenza della criminalità organizzata nella gestione dell'episodio di Napoli, nella conduzione di questi incidenti - ha detto Manganelli a Palermo, a margine della commemorazione della strage in cui perse la vita il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa -. Abbiamo stretto i contatti, Polizia e Carabinieri, con la Procura di Napoli, che non a caso ha affidato alla Dda (Direzione distrettuale antimafia, ndr) la vicenda. Oggi ci saranno riunioni delle strutture investigative con la Procura per pianificare le misure di contrasto non soltanto legate a questa vicenda ma anche a tutto quello che si sta facendo e si continuerà a fare nel contrasto alla criminalità mafiosa".
    LA DDA - "Non sempre dietro le violenze c'è la camorra. Io terrei ben distinto l'aspetto della presenza anche di soggetti affiliati al sistema camorristico all'interno dei gruppi violenti da quello che invece oggi si vuole prospettare, ossia come se ci fosse una strategia camorristica dietro questi gruppi che invece secondo noi non c'è". Questo il commento di Franco Roberti, capo della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli, ai microfoni di Ecoradio riguardo lo stretto nesso tra camorra e i gruppi di tifosi violenti. Alla domanda riguardo l'apertura di un'inchiesta da parte della Dda su questi ultimi fatti di violenza, Roberti aggiunge: "La Dda ha già indagini in corso per precedenti episodi di violenza creati sulle discariche in occasione delle vicende note dei giorni scorsi. Aspettiamo ora di ricevere un'informativa sui fatti di domenica e valuteremo poi se c'è la competenza della Dda o se la competenza è soltanto della procura ordinaria".
    NO AI TRENI SPECIALI - "Sabato e domenica - ha continuato Manganelli - sono state due giornate che negli stadi non hanno riportato nessun incidente. È senz'altro un record dall'omicidio Raciti. C'è stato questo episodio di intemperanza di un folto, molto folto, gruppo di facinorosi napoletani". Il capo della Polizia si è detto poi "assolutamente contrario ai treni speciali: lo è stato il Governo passato e lo è quello attuale rispetto a tutto quello che può incentivare le trasferte delle tifoserie. Questi facinorosi ci hanno contaminato non soltanto una giornata ma anche un percorso virtuoso che si sta facendo. Devono essere identificati e puniti. È quello che stiamo facendo - ha concluso Manganelli - oggi ho inviato a Napoli il mio vice, il prefetto Cavaliere".



    gazzetta
     
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  2. Mattyforever
     
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    Berlusconi: «Teppisti? Come i rifiuti»

    «Useremo lo stesso metodo: tolleranza zero all’inglese». Uefa, Lisbona a rischio per gli ultrà



    NAPOLI. «Non credo sia giusto ricorrere alle responsabilità oggettiva per quanto riguarda il Napoli Calcio». Silvio
    Berlusconi è intervenuto sulla questione “tifo violento” in riferimento ai fatti di Roma, quando cioè la trasferta dei tifosi napoletani si è trasformata in una giornata di guerriglia urbana.
    COME RIFIUTI Lo ha fatto nel corso della conferenza stampa indetta a Napoli per illustrare i risultati sull’emergenza rifiuti, esprimendo anche la propria opinione sul rimedio per l’emorragia di violenza che si è sviluppata intorno agli stadi italiani: «Il metodo che useremo - ha detto Berlusconi - sarà lo stesso usato per vincere la tragedia dei rifiuti. Riporteremo lo Stato a fare lo Stato anche tra chi confonde tifo e teppismo».

    TOLLERANZA ZERO Un richiamo a quel pugno di ferro che oltremanica è riuscito a produrre risultati importanti. «Non ci sarà alcuna tolleranza verso chi commette atti delittuosi e violenti. Ho avuto diversi resoconti sulle misure prese dall’Inghilterra contro il fenomeno del tifo violento, in grado di azzerare il problema: credo valga la pena verificare se possono funzionare anche da noi. Sono perennemente in contatto con il ministro dell’Interno e garantisco che stiamo andando in questa direzione». Il primo atto potrebbe essere impedire ai tifosi della Fiorentina la trasferta al San Paolo di Napoli, così come successe lo scorso anno agli ultrà del Catania.

    CAMORRA Circa ottocento dei tremila ultras del Napoli protagonisti degli incidenti, risultano denunciati in passato. Si tratta di reati legati a droga e reati contro il patrimonio. Solo un paio di tifosi, a quanto riscontrato dal controllo incrociato della Digos di Napoli, avrebbero precedenti di associazione camorristica.

    AMSTERDAMIeri l’Uefa ha tenuto in Olanda un vertice tra polizie europee e i responsabili della sicurezza dei club che quest’anno partecipano alla Champions. E’ stato esaminato il cammino della scorsa coppa, con una lente d’ingrandimento puntata sull’incontro Roma-Manchester, che due anni fa registrò problemi di ordine pubblico, visto naturalmente in prospettiva della finale romana di maggio 2009. Si è anche parlato degli episodi di violenza di domenica. Esame superato a metà per l’Italia: se Roma, presente con Roberto Massucci dell’Osservatorio, e la Roma (paradossalmente assente) vengono valutate positivamente, soprattutto perché domenica all’Olimpico l’ordine è stato garantito senza bisogno della polizia, la questione Napoli desta perplessità. La trasferta dei napoletani a Lisbona, dove si terrà Benfica-Napoli, potrebbe quindi essere vietata perché ritenuta a rischio.


    D’Angelo: « Sommosse contro i delinquenti»

    NAPOLI. Simbolo di Napoli e della napoletanità, Nino D’Angelo esprime la sua opinione riguardo agli ultimi episodi di violenza che vedono coinvolti alcuni tifosi azzurri. «Il presidente, e anche Pierpaolo Marino, stanno lavorando bene, non devono mollare perché i grandi uomini non mollano». Così l’ex “ragazzo della curva B” e direttore artistico della Festa di Piedigrotta, risponde a chi gli domanda un parere sull’eventuale uscita di scena da parte del presidente del Napoli, come paventato dallo stesso Aurelio De Laurentiis
    in seguito alle violenze della trasferta di Roma. «Avremmo bisogno di una sommossa dei tifosi “perbene” - ha aggiunto D’Angelo - per lottare contro le immagini che abbiamo visto ».

    TRAPPOLA «Non siamo angeli, ma neanche delinquenti o camorristi. Non siamo partiti per roma con intenti belligeranti». Ad affermarlo sono i tifosi organizzati del Napoli, riuniti nella storica base di piazza Bellini a spiegare la loro versione sui fatti di domenica. «Contro di noi è stato costruito un piano. Siamo disponibili a un confronto, a pagare i danni a Trenitalia, ma ci teniamo a dire che sul nostro conto sono state dette molte falsità».


    tuttosport
     
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  3. Mattyforever
     
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    Gli ultras messi fuori dal San Paolo per quattro partite Domenica si gioca anche senza i tifosi della Fiorentina

    Tosel intende punire i settori dove si annidano i protagonisti delle violenze. Ma ora sorge il problema della sistemazione degli abbonati


    ALVARO MORETTI
    ROMA. Si tirerà dritto al San Paolo, fino al 31 ottobre, perché nelle curve A e B per quattro turni di campionato, i napoletani non potranno andarci.
    Con la volontà di applicare il codice di giustizia in tutte le sue molteplici e nuove vie d’uscita, Tosel ha agito con la mano pesante, dicono, ma ha evitato l’ovvietà della chiusura di tutto lo stadio, ha applicato coi dovuti rapporti di gravità una sanzione (curve chiuse con Fiorentina, Palermo, Juventus e Reggina) già irrogata alla curva nord interista per un turno a causa di uno striscione infame contro i napoletani, e per un intero girone contro gli atalantini per gli attacchi fuori e dentro l’Azzurri d’Italia che impedirono la disputa del match contro il Milan.

    LO FANNO LI’Tosel ha cercato di essere selettivo per quanto poteva: ovvio che non sono delinquenti devastatori i 15 mila abbonati delle due curve, ma il giudice riconosce (leggendo anche i precedenti come Napoli-Genoa di un anno fa, col guardalinee colpito da una bottiglia) i medesimi comportamenti e nella massa di circa tremila esagitati visti all’Olimpico proprio «l’evidente attribuibilità, in via esclusiva, delle violenze commesse da ben noti gruppuscoli di facinorosi, annidati nel mondo del “tifo organizzato”», elemento che «induce a ritenere equa l’inibizione agli spettatori (ex art. 18 n. 1 lett.
    E) soltanto di quei settori dello stadio partenopeo ove abitualmente si collocano questi protagonisti di intollerabili azioni delinquenziali, che nulla hanno a che vedere né con la passione sportiva né con la civile convivenza». Tosel precisa che sul suo provvedimento non ha influito quanto verificatosi nelle stazioni o nel treno della vergogna. Il giudice sportivo s’è basato sui rapporti del quarto uomo, della Procura federale, dell’arbitro Rizzoli, sui referti degli ospedali dove sono stati medicati sette poliziotti, cinque carabinieri, due steward (uno ha sfiorato l’infarto a seguito dell’esplosione di una bombe carta), di alcuni tifosi romanisti contusi. Ad accentuare la sanzione anche la recidiva specifica (un turno per Napoli-Genoa), ma ad attenuarla il riconoscimento della collaborazione del club per la distribuzione dei biglietti e relativa identificazione degli ultrà in trasferta. Anche se al Viminale ci si lamenta per come a Napoli sia ancora ferma l’idea della carta del tifoso, che i dirigenti di polizia vedono come possibile rimedio e selezione tra ultrà pacifici e irrecuperabili.

    DIFESA Le parole d’impulso di Aurelio De Laurentiis, col suo refrain alla «non gioco più, me ne vado» lascia il posto alla diplomazia e al diritto: incarico affidato all’avvocato Mattia Grassani che parla a Sky di «sentenza equilibrata e basata su precisi referti», ma anche di margini per ottenere giovedì o venerdì dalla Corte di giustizia con ricorso d’urgenza «una riduzione dei settori, magari limitando a una sola curva il divieto e della durata della sanzione». Si punta a riferire per ogni singolo identificato tra i teppisti la mappa della dislocazione nel San Paolo. «Il clamore mediatico e il pronunciamento di politici di spicco, ha condizionato tutti».

    ORDINE PUBBLICO Il problema più grande resta quello della garanzia dell’ordine pubblico. E già dalla questura napoletana - prima dei provvedimenti interdittivi del caso - fanno filtrare i timori per la dislocazione dei 15 mila abbonati di curva orfani del loro territorio. Chiedono di evitare notturne durante i quattro turni a curve chiuse, mentre si apprestano a fornire una prima informativa al pm Ardituro sulla devastazione del treno 524. Nel frattempo oggi Osservatorio e Casms vieteranno per la loro incolumità la trasferta ai fiorentini (lo stesso faranno con palermitani, juventini e reggini), disponendo le misure per evitare problemi attorno al San Paolo domenica. Anche se la selettività e il riconoscimento di appartenenza di gruppi di facinorosi a zone dello stadio napoletano non è dispiaciuta al Viminale, che lamenta la situazione San Paolo ad ogni riunione da anni: «Sentenza originale e precisa».

    FIORENTINA-BOLOGNA Il mondo popolato di fantasmi dell’ultraismo torna a interessare il Viminale: oggi in discussione anche la prossima Fiorentina-Bologna. Prima di Roma-Napoli si pensava ad una strategia che superasse gli astii per gli incidenti storici come l’accoltellamento di Vincenzo Spagnolo che fa vietare oggi Genova per i milanisti, e il fuoco che ha devastato il volto di Ivan Dall’Olio ben 19 anni fa. Segnali d’inimicizia recenti, ma anche il ricordo di quel treno bruciato dai fiorentini, associato alla gran voglia dei bolognesi di essere in un Franchi ora bonificato pongono il dilemma. Vietare o non vietare: dopo cazziate e ispezioni subite da questore e prefetto di Napoli per ordine del ministro Roberto Maroni
    (domani riferisce al Senato), in pochi vorranno prendersi rischi.


    Mistero De Laurentiis: «Basta, mollo» Ma non c’è nessun comunicato ufficiale


    ANGELO ROSSI
    NAPOLI. Il giallo della fatidica frase: «Adesso basta, mi sono rotto. Mollo tutto e vado via», le parole dell’addio rilasciate dal presidente Aurelio De Laurentiis a Radio Marte, la voce ufficiale del club azzurro. Tanta rabbia e una gran voglia di lasciare, del resto l’aveva anticipato la scorsa settimana: «E’ condivisibile l’iniziativa di bloccare le trasferte di persone non credibili come tifosi veri ma non penalizzare uno stadio come il San Paolo in cui il 99% dei tifosi è sano e non deve e non può pagare per la violenza di quattro facinorosi che non hanno nulla da condividere con il calcio». La frase dell’addio confessata alla redazione della radio ma non in diretta. Ufficialmente nessun comunicato del club, se non quello in cui si conferisce mandato all’avvocato Mattia Grassani di presentare ricorso con procedura d’urgenza. «Vedremo il da farsi, la sentenza è più o meno equilibrata» ha detto il legale, abbassando quindi i toni di una polemica divampata subito dopo il diffondersi della notizia.

    IL PALAZZO Ovviamente la questione ha avuto un’eco inevitabilmente politica.
    Questa volta il ragionamento è bipartisan. «Non è giusto chiudere le curve del San Paolo, la regola della responsabilità oggettiva non ha motivo di esistere: si tratta di una punizione miope e illiberale, perché il club non ha alcuna responsabilità oggettiva e il giudice Tosel
    farebbe bene a dimettersi» ha affermato il senatore Antonio Gentile, del Pdl, spalleggiato, tanto per restare nell’ambiente di Palazzo Madama da Riccardo Villari del Pd, presidente del Napoli club Parlamento. «Oltre al danno, è arrivata anche la beffa. La decisione del giudice sportivo è profondamente ingiusta e priva di coraggio». Il governatore della Regione Campania, Antonio Bassolino,
    non ci sta: «E’ giusto punire i colpevoli, ingiusto danneggiare il club che nei quattro anni di gestione non ha mai ceduto ai ricatti, prendendo le distanze dai violenti, per giunta rimasti impuniti».

    DECISIONE RAZZISTA Parla apertamente di «decisione razzista» il cantante napoletano Nino D’Angelo,
    direttore artistico della Festa di Piedigrotta. «Ma lo sa il giudice che in curva non vanno solo i delinquenti? In quei settori ci sono tanti tifosi buoni, persone perbene, e che vivono di poco: è una decisione che mi fa vergognare». Di danni e risarcimenti parla l’avvocato Carlo Cincotti, abbonato in curva B, che annuncia una iniziativa legale al Tar contro la decisione del giudice sportivo.
    «Un altro assurdo è che si sceglie di colpire proprio il tifoso abbonato, cioè il più identificato e identificabile tramite il titolo di abbonamento». Per il momento i tifosi incriminati tacciono. Potrebbero incontrarsi tra oggi e domani: per il momento la loro rabbia viaggia sul web e sui forum.





    Napoli vietata ai fiorentini
    Solidarietà a De Laurentiis


    L'Osservatorio ha deciso di vietare la trasferta dei tifosi viola al San Paolo. Intanto il sindaco Iervolino interviene in difesa del presidente azzurro: "Non deve mollare, non escludo sia vittima di una trappola"


    Niente trasferta per i tifosi della Fiorentina al San Paolo. Lo hanno deciso l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e il Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive. Per Fiorentina-Bologna del 21 settembre, è invece stato disposto il "biglietto singolo per gli ospiti, con identificazione degli acquirenti". Misura simile per Livorno-Pisa: un solo tagliando a paersona e chiusura della vendita dei tagliandi alle 19 del giorno precedente.
    IL CASO VIOLA - A proposito dei tifosi fiorentini, il Casms ha sottolineato il loro "atteggiamento virtuoso", precisando che la determinazione è stata assunta esclusivamente per evitare di inasprire ulteriormente una situazione generale, già tesa per le note vicende, che "potrebbe determinare 'condizioni di insicurezza' per la tifoseria ospite" con la quale, peraltro, i supporters partenopei non hanno avuto in passato buoni rapporti.
    LE ALTRE A RISCHIO - Tra le partite prese in esame anche Latina-Sora, Foggia-Cavese (Lega Pro, in programma domenica), Livorno-Pisa (20 settembre), Legnano-Pro Patria, Fiorentina-Bologna e Manfredonia-Cosenza, queste ultime tre previste il 21 settembre. L'organismo ha sottolineato "l'esigenza di preservare le tifoserie che hanno saputo dimostrare segnali di crescita e dialogo nel rapporto con la loro squadra e con i tifosi di quella avversaria, anche verificando che la loro partecipazione agli eventi sportivi avvenga in sicurezza e con appropriati accorgimenti organizzativi"
    INTER-CATANIA - Via libera alla trasferta dei tifosi catanesi a Milano per Inter-Catania, grazie alla collaborazione di Trenitalia: i supporters etnei potranno acquistare i biglietti della partita presentando un titolo di viaggio valido e riscontrabile al fine di evitare i disagi loro causati in passato da lunghe attese notturne nelle stazioni ferroviarie.
    SOLIDARIETA'- Intanto continuano le reazioni sul caso Napoli. Il sindaco Rosa Russo Iervolino ha dichiarato a Radio Marte: "Non escludo una trappola nei confronti del Napoli. Trovo ingiuste le decisioni prese nei confronti della società, occorre punire - aggiunge - chi delinque ma non si può impedire a tante persone perbene di seguire la propria squadra del cuore. Se sono ferita da napoletana? Mi sento ferita per le decisioni prese ma ancora di più da quei quattro mascalzoni che hanno generato quegli episodi inqualificabili che hanno messo ancora una volta Napoli alla berlina. Non posso escludere che qualcuno ce l'abbia con il Napoli e con De Laurentiis; Aurelio è stato coraggiosissimo a prendere il Napoli in un momento di grande difficoltà portandolo a livelli internazionali. È chiaro che ci sia invidia verso di lui, per quello che è riuscito fare. Ad ogni modo, voglio dire a De Laurentiis che gli voglio bene e di non mollare".
    CONTROLLI - L'Osservatorio ha anche annunciato che nei prossimi mesi verranno controllati gli impianti di serie A e B - attualmente tutti già a norma - per verificare che le opere di messa a norma risultino ancora efficaci e per valutare le condizioni di accoglienza degli spettatori. La decisione è stata presa al termine della riunione di oggi in cui l'organismo, nell'ambito del monitoraggio sulla Lega Pro, ha anche invitato le società Catanzaro, Taranto, Terni, Varese e Foggia a mettere a norma gli stadi nel più breve tempo possibile, altrimenti gli impianti verranno chiusi agli spettatori.


    gazzetta
     
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  4. Mattyforever
     
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    « Complotto contro Napoli»

    Iervolino, il sindaco: «Tanta invidia per De Laurentiis» Famiglia Cristiana: «Maroni, impronte per gli ultrà!»



    ALVARO MORETTI
    ROMA. E’ l’effetto collaterale del corto circuito della violenza: i tifosi più buoni, i fiorentini, non potranno scendere a Napoli domenica. Niente trasferta perché sarebbero possibile obiettivo di eventuali disordini - il questore fiorentino Francesco Tagliente ha incontrato i tifosi per spiegarlo -, potrebbero pagare un conto alla follia che potrebbe scatenarsi attorno a un San Paolo orfano delle curve. Almeno fino a domani sera: la Corte di giustizia federale si riunisce alle ore 18 per discutere il reclamo napoletano presentato dall’avvocato
    Grassani che punta a ridurre la durata della chiusura delle due curve e anche a limitare a un solo settore il bando deciso da Tosel. Non aiuta, in tal senso, che a dieci giorni dai fatti di Roma- Napoli non siano ancora arrivati Daspo o fermi. E non cade nel vuoto la provocazione di Famiglia Cristiana che rivolgendosi al ministro Maroni lo ha invitato a prendere le impronte digitali «ai tifosi violenti e incivili» invece che ai rom o agli immigrati.

    MEGLIO IL BOLOGNA A dire il vero, i fiorentini, che hanno smesso da tempo coi tafferugli, non avevano intenzione di mettersi in viaggio: preferiscono concentrarsi su Fiorentina-Bologna del 21 settembre, sfida a rischio da 19 anni, da quando gli ultrà viola bruciarono un treno e la faccia e i 14 anni di Ivan Dall’Olio. Il derby dell’Appennino torna e il Viminale, sperando di non ricevere cattive notizie dai forum ultrà, apre alla possibilità per i bolognesi di andare al Franchi in fila per uno: vendita singola e controllo stretto da parte del club sull’identità dei tifosi. Il Viminale per “scusarsi” coi fiorentini parla di «atteggiamento “virtuoso”» dei viola, o per evitare agli ospiti «condizioni di insicurezza ». «Il contesto creato non tutela i fiorentini», dice Massucci, Casms.
    PROBLEMA UEFANel silenzio della Questura napoletana, che però si prepara a una domenica difficile per le eventuali proteste, si ascoltano le voci preoccupate che arrivano da Nyon e dai sindacati di Polizia: Napoli-Benfica è stata indicata ieri come gara a massimo rischio (venduti già 35 mila biglietti). Non si possono chiudere curve o stadi, quando c’è l’Uefa: i sindacati chiedono di giocare al pomeriggio, il Napoli non ne vuole sapere, le tv neanche.

    TRAPPOLONE? Da Napoli, De Laurentiis
    dopo il detto-non detto sul proposito di lasciare, trova tutta la politica cittadina che fa a gara per mostrarsi più napoletana del Napoli stesso. L’ex ministro e attuale sindaco Iervolino
    esagera e teorizza complotti: «Non escludo una trappola nei confronti del Napoli - dice a Radio Marte - Trovo ingiuste le decisioni. E’ probabile che esista, non posso escluderlo - ha detto la Iervolino - ce l’hanno con il Napoli e con
    De Laurentiis; c’è invidia verso di lui, ad Aurelio dico che gli voglio bene e di non mollare». Parla di decisione di Tosel «influenzata dall’onda mediatica», invece l’avvocato Grassani. Abete rinnova l’invito: «De Laurentiis non molli».
    TRENO&BIGLIETTOIeri mattina si sono riuniti due organismi del Viminale. Lo sforzo di non voler passare come quelli che sanno solo chiudere è palese nel mancato divieto per i bolognesi, ma anche nella soluzione per Inter-Catania. Per evitare i guai del passato, ai catanesi sarà venduto il biglietto dopo aver comprato quello di un treno che non sarà speciale, ma un Ultrà-Express che eviti anche attese nella stazione di Milano. Per il caldissimo Livorno-Pisa di sabato 20, biglietto singolo per gli ospiti e chiusura vendita dei tagliandi alle 19 di venerdì; Foggia-Cavese con divieto per i cavesi, così come per i cosentini a Manfredonia; in D derby senza tifosi del Sora a Latina con la Virtus.

    ESAMI DI RIPARAZIONE Occhio, però, che s’annuncia un nuovo giro degli stadi a norma in A e B per verificare che tornelli, telecamere e tutto il resto sia ancora in funzione come nei giorni del dopo Raciti. A qualcuno suonerà un campanello d’allarme in casa. Il Viminale chiede in Lega Pro che Catanzaro, Taranto, Terni, Varese e Foggia si sbrighino nell’adeguare i loro impianti. «Altrimenti ancora porte chiuse».

    tuttosport
     
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  5. Mattyforever
     
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    Napoli s’appella al napoletano Coraggio


    ROMA. Sarà un duello in punta di diritto per evitare un rovescio: oggi alle 18 la Corte di Giustizia Federale, presieduta dal napoletano Giancarlo Coraggio, discute il reclamo contro i quattro turni di chiusura delle curve del San Paolo disposte dal giudice Tosel dopo i fatti di Roma-Napoli. Sostengono la tesi di un vizio tecnico i dirigenti del Napoli, che riletta la sentenza di lunedì, appuntano l’attenzione sull’utilizzo dell’articolo 14 del codice a loro avviso non applicabile a club che giochi in trasferta, sfregano quella lampada e sperano stasera ne esca il genio. S’associa l’avvocato Grassani,
    che discuterà il punto cercando di dimostrare che il codice di giustizia sportiva, di fatto, non prevede alcuna norma che punisca i comportamenti dei tifosi fuori dallo stadio casalingo? Il giudice Tosel sente la pelle accapponarsi: fu proprio lui a far introdurre quell’articolo del codice per specificare - dopo l’uccisione di Raciti - che rientravano nella giurisdizione sportiva anche i fatti avvenuti nelle adiancenze dell’impianto. Oltre a incolpare il Napoli per responsabilità oggettiva per i fatti addebitabili ai suoi scalmanati tifosi (uno steward mezzo morto per lo scoppio di un petardo, dodici poliziotti feriti o contusi all’ingresso nello stadio, bombe carta a raffica), Tosel ha voluto con quell’articolo 14 (l’unico del codice che si riferisce specificatamente ad atti di violenza) escludere la pertinenza del giudice sportivo sui fatti gravissimi avvenuti nelle stazioni e sul treno Napoli-Roma. «Quando all’articolo 14 si parla di proprio impianto, si indentifica il San Paolo, mentre le violenze sono avvenute all’Olimpico», è la tesi azzurra: come a dire fate quello che volete, purché lontano da Fuorigrotta? Grassani, però, è da due giorni che punta su altri aspetti della vicenda: vuole far ridurre la sanzione di uno o due turni e la chiusura ad una sola curva (la A) puntando sulla difficoltà di identificare i facinorosi dell’Olimpico con una zona precisa di frequentazione delle curve del San Paolo. «Il codice prevede che gli organi di giustizia possano chiudere uno o più settori degli stadi quando vi è certezza dell’appartenenza dei tifosi responsabili a questi settori - dice Grassani - . Il teorema ultrascurve, non è accettabile. Un buon risultato è ottenere l’apertura di una delle curve, oltre ad uno sconto di due giornate ». Tengono d’occhio la situazione al Viminale: ma se vincesse la tesi del tutti liberi, a qualcuno tra i politici non dispiacerebbe.


    tuttosport
     
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    Sconticino al Napoli: curve chiuse 3 turni anziché 4

    Ma De Laurentiis continua nei ricorsi e un tifoso vuole appellarsi al Tar



    ROMA. Uno sconticino: tre turni con le curve A e B chiuse, invece che quattro. Con l’accentuazione delle attenuanti dovute alla collaborazione del Napoli nella fase preventiva. Tre turni compreso l’attesissimo Napoli- Juve del 19 ottobre. Eliminano il riferimento all’articolo 14, il presidente Coraggio e le sezioni unite della Corte di Giustizia federale, combinato disposto che Tosel aveva utilizzato per chiarire che il suo giudizio era pertinente a fatti violenti avvenuti nelle adiacenze dello stadio di Roma e non si riferiva alle devastazioni del treno 520. Il precedente introdotto da Coraggio e company è pericoloso assai: l’unico articolo del codice in cui si parla di atti di violenza è il 14, escluderlo tout court per i fatti non avvenuti nel proprio impianto apre la strada a interpretazioni bizzarre. « E’ di fatto decaduto quell’articolo » , dice l’avvocato Grassani:
    la Corte riconosce l’errore di Tosel. Siamo vicini alla revoca » . Pesa, così, sul Napoli la responsabilità oggettiva ( articolo 4 comma 3) per i fatti di violenza e dunque resta la sanzione di tre turni con le due curve chiuse. La speranza era arrivare a due turni e un sola curva chiusa. La Corte di giustizia federale delude il Napoli ( e il Viminale, cui non piace dover gestire l’ordine pubblico attorno ad uno stadio mezzo chiuso). Con Fiorentina domenica e biglietti in vendita da oggi, Palermo (il 24) e Juve curve chiuse, riapertura il 29 ottobre con Napoli- Reggina.
    NAPOLI RICORRE Sfruttando le maglie dell’articolo 30 dello Statuto, il Napoli va alla Conciliazione e Arbitrato del Coni: non si può ricorrere contro le porte chiuse, ma non si esclude la possibilità di farlo per le curve chiuse, sicché?

    Marino a Sky fa capire che punterà ancora sulla revoca del provvedimento. « Siamo delusi, perché in realtà nel ricorso c’erano motivazioni molto sostanziali e concrete perché il provvedimento potesse essere revocato » . Il Napoli, che ha affidato il reclamo all’avvocato Mattia Grassani, ha contestato in sede Figc l’applicazione del principio di responsabilità oggettiva in occasione delle gare in trasferta. « Resta l’amarezza perché siamo di fronte a provvedimenti a danno di chi è vittima di questa responsabilità oggettiva - dice Marino -. De Laurentiis è molto amareggiato. Noi ci aspettiamo di più e siamo vittime di questo sistema. La Ssc Napoli è vittima » . E ora dovrà adoperarsi per evitare confusione domenica allo stadio, tra abbonati transfughi e proteste. La curva B l’ha annunciata ieri: « E’ una sentenza che ci prende in giro, protesteremo civilmente domenica: l’Italia deve sapere che siamo solo tifosi » . Nonostante le informative della Questura parlino di camorra e di coinvolgimenti nei disordini di Pianura di alcuni degli ultrà del treno 524.

    AL TAR Ieri, intanto, l’avvocato Carlo Cincotti, abbonato di curva B ha presentato un ricorso alla terza sezione ter del Tar del Lazio contro la sanzione « sproporzionata » comminata dal giudice Tosel dopo i fatti di Roma- Napoli.

    MOGGI BIS Prima dell’udienza Napoli, la Corte aveva respinto il ricorso del Treviso contro i tre punti di penalizzazione. Oggi verdetto sulle schede sim svizzere per Bertini, Dattilo, Pieri, Cassarà, Ambrosino, Gabriele, De Santis, Racalbuto, Fabiani e
    Moggi. Rinviato al 9 ottobre alla Disciplinare il deferimento del giovane Camilleri, del Chelsea, cui la Reggina e la Figc rifiutano il transfer e ne hanno chiesto il deferimento.

    tuttosport
     
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    Così il calcio finisce in cella

    Matarrese propone: «Prigioni anche dentro gli impianti sportivi»



    ALVARO MORETTI
    ROMA. S’è portato pure il pugile- poliziotto Carmine Russo
    per sferrare, dopo qualche carezza, il suo pugno duro sul muso del calcio. Una raffica di chiusure di curve ospiti e di gare da disputare per i soli abbonati, a partire dalla significativa Fiorentina-Bologna, oltre che dal ritrovato e attesissimo derby Livorno-Pisa (in B non capitava dal 1970-71): Maroni
    ribalta le precedenti decisioni dell’Osservatorio e del suo Casms e annuncia che l’ultima parola (sua per legge) sarà sempre dura di fronte a gare a rischio. Poco importa che la pletora di gare riservate agli abbonati, specie in provincia, si trasformeranno in gare aperte ai soli ultrà: a Livorno su 5600 abbonati, 3000 risiedono in curva. Ieri al Viminale, però, non solo sorrisi al tavolo della conferenza ministeriale: perché qualcuno ha capito bene dove si sta andando a parare e che segnale sia per le molte tifoserie ormai avviate verso il dialogo questo giro di vite che arriva da Napoli, da dove non arrivano invece arresti e denunce, ma anzi ricorsi al Tar e reportage stranieri in cui si parla di eccesso di reazione.

    ABETE, LINEA MORBIDA Abete ha deciso una linea morbida e non s’è adontato avendo compreso le ragioni di Maroni quando chiedeva maggiore coordinamento col giudice sportivo (pure lui avrebbe gradito una decisione presa il lunedì successivo ai fatti, non 8 giorni dopo). Il ministro Maroni presenta lo spot Stop alla violenza mandato in onda in tv, siti internet, stadi con suggestivo parallelismo tra buone (dribbling di Ibra, pallonetti di
    Rosina, autografi di Totti;
    «ma la prossima volta mettiamo anche Kaká », dice il ministro milanista) e cattive azioni (il vandalismo da stadio e stazione); mentre Matarrese improvvisa una difesa dell’autonomia del giudice sportivo, salvo poi sbandare sull’idea di mettere celle negli stadi italiani per completare l’opera di offuscamento dell’immagine di un movimento che stava rialzando la testa e che ripiomba nel divietismo post- Raciti.
    REVISIONISMO Contano i fatti: il contrordine di Maroni è completo e il primo elenco di divieti parte come una raffica. E’ una specie di malattia infettiva, se pure il prefetto di Palermo per il match contro la Roma (rischio basso) riduce il curvino giallorosso alla metà. Colpiscono le limitazioni di Fiorentina- Bologna: le autorità di polizia avevano incontrato gli ultrà per continuare il percorso virtuoso, quelle parole ora sono volate via. Di gare così a rischio ce ne sono decine in A, B e C. Difficile, ad esempio, sostenere che Inter-Milan, Roma- Lazio o Juve-Inter siano meno a rischio di Inter-Catania... «Diamo un segnale forte all’inizio per far capire quale è il prezzo da pagare in casi come quello di Napoli, anche se è stato un caso particolare: non c’è un eccesso di risposta - dice Maroni -, il divieto di trasferta è un paradigma che può valere per tutti. Io sono il responsabile nazionale dell’ordine pubblico e decido perché non voglio un calcio senza tifosi, ma un calcio senza violenti. E lo otterrò ». Spiega le frasi sul giudice sportivo: «Se uno decide per la chiusura delle curve a Napoli, l’ordine pubblico poi lo gestisco io?» Maroni ha provato ad addolcire la pillola per i delegittimati di Osservatorio e Casms: «Loro avevano definito a verbale che Inter-Catania era a rischio. Il prefetto di Milano s’è solo spinto un po’ più in là coi divieti. Nessuna smentita, ma l’ultima parola spetta a me».

    MATARRESE REAGISCE
    Nella melassa emerge Matarrese: «Le frasi sul giudice non devono essere un’invasione di campo pericolosa. Ognuno faccia quello che sa fare e Tosel
    quando decide sa cosa fa. Maroni - dice ironico rivolto al ministro - sorride, poi ci frega. Avevamo chiuso la stagione con risultati positivi, ora l’oltraggio dei fatti di Napoli e siamo daccapo, con presidenti sotto scorta per via degli ultrà e danni economici». Poi però deraglia: «Noi abbiamo delle leggi leggere che vanno cambiate. E se necessario, saremmo anche d’accordo nel mettere delle celle all’interno degli stadi per fermare subito chi commette reati, per poi effettuare il trasferimento nelle carceri». In cella, però, qui ci finisce di nuovo il calcio non i violenti come testimonia il caso Napoli.


    Abete: «Le celle no»

    Il presidente Figc: «Non andrei mai in uno stadio-prigione»
    La proposta di Matarrese crea uno scontro istituzionale
    La linea guida per il numero uno del calcio: «Si deve smilitarizzare, a questo servono gli steward. Il problema sono i delinquenti che si dicono tifosi»

    VERCELLI. A Giancarlo
    Abete l’idea di ricavare delle celle nella pancia degli stadi non piace proprio. Senza se e senza ma, il presidente federale è chiaro nello scandire la sua opposizione ad un progetto del genere: «Io non metterei mai piede in uno stadio, sapendo che al suo interno ci sono delle celle. In un posto così non ci porterei mia moglie, le mie figlie e non lo farei per tutto l’oro del mondo». Una frase che ci informa di due cose. La prima: Abete non condivide la proposta del presidente della Laga calcio, Antonio
    Matarrese («A meno che non si tratti di una provocazione, per aprire un dibattito su questi argomenti »). La seconda: il presidente federale è legato ad un ideale di stadio a misura di famiglia. La propria compresa.

    SMILITARIZZAZIONE
    Parlando al workshop “Valori per creare valore” - appuntamento inserito tra gli eventi celebrativi del Centenario del primo scudetto della Pro Vercelli - Abete ha spiegato le sue linee guida per gli stadi italiani del futuro. E non sono previste celle. «Gli indirizzi che abbiamo dato e stiamo dando vanno in senso contrario - spiega il numero uno della Figc -. Noi lavoriamo per una smilitarizzazione del calcio. La stessa introduzione degli
    steward e il loro ruolo all’interno degli impianti vanno in questo senso. Solo così le partite possono riacquistare una dimensione di festa». Il ricordo dell’Europeo in Austria e Svizzera, senza barriere e con i tifosi a pochi metri dai giocatori, è ancora vivo. Ma dopo la prima - distruttiva - giornata di campionato, appare come un miraggio di normalità.

    INCIDENTI LONTANI
    Guardando ai fatti più o meno recenti che hanno segnato il calcio italiano, le celle rischiano di diventare un deterrente poco efficace, quasi una semplice operazione di facciata. Tafferugli, risse, accoltellamenti per lo più avvengono fuori degli stadi, a volte a centinaia di chilometri di distanza dal luogo in cui si disputa la partita. Lo stesso presidente federale evoca l’omicidio di Gabriele
    Sandri: «Quando un colpo di pistola parte e attraversa l’autostrada, in casi del genere siamo completamente al di fuori dell’evento sportivo ». Si trovava in un autogrill anche Matteo Bagnaresi,
    quando lo scorso 30 marzo è stato travolto e ucciso da un pullman che cercava di sfuggire ad un’aggressione. In situazioni di guerriglia diffusa, in cui la violenza distruttiva (verso persone o cose) scatta nelle stazioni come ai caselli, le celle hanno il sapore di un palliativo capace di curare qualche sintomo, ma neppure i più gravi.

    ESORDIO La prima giornata della serie A il presidente l’ha guardata davanti alla televisione, «perché mi permette di seguire più campi contemporaneamente. Anche quando vado allo stadio, porto sempre con me una radiolina per sapere cosa succede in giro per l’Italia». Ma quante volte va allo stadio il numero uno del calcio azzurro? «A parte gli impegni della Nazionale, cerco di assistere ai derby e a tutte le sfide principali». Da San Siro all’Olimpico, passando per Torino, il presidente non accetta la criminalizzazione dell’intera categoria dei tifosi. All’estero, quando giocano gli azzurri, i nostri connazionali non sono certo etichettati come hooligans. «Il problema è che ci sono delinquenti che dicono di essere tifosi» conclude Abete. Ma restano delinquenti e si stanno prendendo il nostro calcio. O perlomeno gli stadi. Con o senza celle.



    De Laurentiis: «Rimango anche se sono arrabbiato»

    Incontro tra il patron azzurro e il sindaco Iervolino: si sono affrontati i problemi del San Paolo e i lavori da fare. Domani gli abbonati delle curve si sposteranno nel settore ospiti



    IERI il presidente Aurelio De Laurentiis e il sindaco di Napoli Rosa Iervolino si sono incontrati: «La chiusura dello stadio è una vergogna. Questa storia mi fa incavolare ma non la dò vinta a nessuno e non mollo: vado avanti» ha confessato il numero uno del club azzurro. Si è parlato anche della concessione del San Paolo e dei lavori che urgono per la sua messa a norma. Gli amministratori locali continuano a cavalcare l’idea di uno stadio nuovo. Per Napoli- Fiorentina di domani, sarà aperto il settore della tribuna laterale che di norma viene occupato dagli ospiti. Gli abbonati delle due curve squalificate dal giudice sportivo, non potranno accedere agli altri settori.

    UN ALTRO RICORSOLa riduzione della squalifica delle curve da 4 a 3 partite del San Paolo non basta al Napoli. E la conferma arriva dal legale del club, Mattia Grassani,
    che in un’intervista a Napoli Magazine conferma la volontà di presentare un altro ricorso alla Camera di Conciliazione ed Arbitrato del Coni. «Questa è la ferma determinazione della società perché ci sono margini per agire spiega -. Siamo fortemente delusi, ma ripartiamo con slancio ». I tempi per il ricorso d’urgenza alla Cca «sono brevi e compressi, confidiamo che già per la fine di settembre, massimo per i primi di ottobre, possa essere discusso il tutto e si arrivi ad una sentenza definitiva ed equilibrata».

    AUTORITAS «Comportatevi bene per evitare di arrivare a situazioni che poi penalizzano tutti e non solo chi dovrebbe essere punito». Così si rivolge ai tifosi il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, interpellato sulla chiusura delle curve del San Paolo. Una decisione che non convince il sindaco Iervolino, che interviene dopo la riduzione della squalifica: «È un contentino, non risolve il problema soprattutto di quelli che speravano di andare a vedere una partita e in modo sereno, cioè la maggioranza dei tifosi. La speranza, considerando l’aria severa che tira nei confronti del Napoli, è che domenica vada tutto liscio e quindi ci possa essere lo spiraglio per la soppressione dei provvedimenti».

    LIVORNO-PISA: CRITICHE DAL SINDACO «Il provvedimento di Maroni non mi pare né corretto né giusto. Colpisce non solo i tifosi e la società, ma anche tutta la città». Così il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, commenta la decisione del ministro di vietare lo stadio ai tifosi del Pisa in occasione del derby del 20 settembre, e a tutti i tifosi livornesi che non avranno acquistato l’abbonamento per l’intera stagione. «Finora - prosegue Cosimi non abbiamo avuto comunicazione ufficiale: si comunicano certe scelte prima alla stampa che alle autorità di governo locali. Il ministro non tiene conto che abbiamo già cominciato a lavorare con la prefettura e con la questura per avere un derby che fosse una festa del calcio, e perché».


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    Processo contro ultrà, Napoli si costituisce parte civile

    ll Napoli si è costituito parte civile nel processo contro sei tifosi partenopei, tra cui anche capi di gruppi ultras, accusati a vario titolo, di associazione per delinquere, estorsione e esplosione di ordigni allo scopo di suscitare disordini. La richiesta e' stata formalizzata oggi dall'avvocato Bruno Botti, legale della societa' azzurra. Il Napoli chiede un risarcimento di "non meno di 5 milioni di euro".

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    Napoli, ricorso respinto
    Curve chiuse fino a ottobre


    Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensione del provvedimento fatta da un gruppo di tifosi partenopei


    Il Tar del Lazio ha confermato la chiusura delle curve dello stadio San Paolo di Napoli fino al 20 ottobre, respingendo la richiesta di sospensione del provvedimento fatta da un gruppo di tifosi della società partenopea.

    DECISIONE - La decisione è del presidente della III sezione ter Italo Riggio che, con un provvedimento monocratico, ha respinto la richiesta di sospensione urgente del provvedimento del giudice sportivo. Per il giudice, "non sussistono i presupposti - si legge nel decreto - per l'intervento presidenziale, derogatorio della collegialità". Nel provvedimento viene fissata al prossimo 24 settembre l'udienza in Camera di consiglio, a conclusione della quale il Tar si pronuncerà in composizione collegiale.


    gazzetta
     
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